21 Marzo 2020 Giornata mondiale della poesia
La resistenza poetica nel primo giorno di primavera degli studenti del Liceo Tedone.
VIDEO: https://youtu.be/XYs30MTGFHw
C’è un tessuto che il coronavirus non può attaccare. E’ la fibra resiliente della poesia. In questo tempo sospeso che ci coglie impreparati, increduli e incapaci di risposte, tra banchi di scuola vuoti e corridoi immersi nel silenzio, le studentesse e gli studenti del Liceo Tedone di Ruvo di Puglia si siedono al Bar di Pablo Neruda, passeggiano sottobraccio con Pessoa, stringono la mano ad Erri De Luca, abbracciano Goethe, cantano nell’arena della libertà con Roberto Vecchioni e Nazim Hikmet. Gli studenti delle classi IV B e VB, del laboratorio di lettura Al Tedone con l'autore e del laboratorio teatrale Libera Voce, guidati dalla prof.ssa Rosanna Pellegrini, tendono le mani in una staffetta poetica affidando ad un video il loro verso di libertà, i loro volti, il loro canto, la loro musica, la loro voce per tenersi compagnia in questo embargo sociale combattuto grazie alla poesia che diviene ricerca del sé e degli altri, esigenza di parole fino ad oggi non dette. Una curva civile e salutare dei social che finalmente donano un senso olfattivo, al di là dello schermo e della tastiera, con lo stesso odore delle lettere d’amore di Fernando Pessoa e della fioritura della Primavera.
Ma il 21 marzo è anche la giornata della Memoria e dell’Impegno per le vittime innocenti delle mafie, ci ricorda Corrado De Benedittis, citando le parole infuocate di Don Ciotti, traboccanti di pathos e di speranza “Il coraggio non è eroismo, ma responsabilità, denuncia, verità”. E questa maratona poetica simbolicamente assume i colori della marcia della legalità promossa dallo stesso Don Luigi Ciotti e dall’associazione “Libera contro le mafie” di cui è fondatore. Un bagno di umanità che trasuda meraviglia in cui si ritrovano dalla stessa parte adulti e bambini, docenti e studenti uniti dalle stesse idee e dallo stesso coraggio. Quello stesso coraggio che hanno mostrato i nostri studenti scavando nelle loro emozioni, misurandosi con la bellezza e il dolore, scoprendo che la poesia è nell'inchiostro della penna di un poeta come nel cuore di un ragazzo che per la prima volta si è sentito tale avvertendo il brivido della vita scorrergli sulla pelle. Scoprendo che la poesia e la bellezza non solo possono salvare questo mondo, ma anche rovesciarlo. Una maratona poetica che si fa marcia e che ridipinge un nuovo 21 marzo dove ognuno diventa partigiano della poesia celebrando la festa della liberazione della parola.
Cos’è la poesia, se non la vita? La stessa vita per cui, in questi giorni di distanza e di isolamento, si combatte per tornare ad abbracciarsi. “Ma la distanza fisica - ci rivela commossa Domenica Loiudice, Dirigente Scolastico del Liceo Tedone - deve divenire per noi nuova opportunità di avvicinamento in una comunicazione costruttiva ed emotiva, in un modo di fare e intendere la scuola che non si ferma davanti ai cancelli chiusi di una scuola a causa dell’emergenza sanitaria ma, anzi, si trasforma in un dialogo emotivo autentico e profondo che si sforza quotidianamente di arrivare ad ogni singolo studente, rispondendo alle sue domande, cercando risposte insieme, in modo da creare una comunità educante, una continuità generazionale non solo didattica ma emotiva.
Affidiamo l’epilogo di speranza ai versi del nostro maestro Roberto Vecchioni: “Ti ho lasciato un foglio sulla scrivania/ Manca solo un verso a quella poesia/Puoi finirla tu”.
La poesia, i libri e l'arte salvano. Le parole salvano. Oggi hanno salvato noi.
Prof.ssa Rosanna Pellegrini
Determina dirigenziale - Piano delle attività emergenza Covid-19
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Circolare n. 156- Informativa e autorizzazione creazione account G-Suite.
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AVVISO SOSPENSIONE RICEVIMENTO DEL PUBBLICO
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CARISSIMI RAGAZZI
“La creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalle notte oscura.
E’ nella crisi che nascono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
Chi supera la crisi, supera se stesso senza essere superato”.
Albert Einstein
Carissimi ragazzi,
immersa in questa lentezza strana, in questi silenzi surreali che avvolgono i corridoi del nostro Liceo il mio pensiero è a voi.
In questo tempo sospeso che ci coglie impreparati, increduli e incapaci di risposte il mio pensiero è a voi che, per la prima volta nella vostra vita, state sperimentando la crisi di una collettività, di una nazione impegnata ad attraversare un momento estremamente impegnativo e difficile.
“Senza imprudenze ma senza allarmismi, possiamo e dobbiamo aver fiducia nelle capacità e nelle risorse di cui disponiamo” ci ha esortati il nostro Presidente Sergio Mattarella.
Nella vita ci sono momenti di crisi e di sofferenza che bisogna saper affrontare perché al tempo stesso offrono l’opportunità di conoscere e, quindi, di cambiare e di evolvere. La crisi, infatti, intesa nel suo senso letterale, come cambiamento improvviso, ci ha costretti come scuola a ripensare alle nostre lezioni adottando le nuove tecnologie, così vicine a voi nativi digitali, per la didattica a distanza.
La crisi sta offrendo alla nostra scuola l’opportunità di entrare nel terzo millennio, ponendoci nuove sfide, nuovi traguardi da raggiungere con l’umiltà di formarci per apprendere e studiare strumenti didattici innovativi, sebbene sia profondamente convinta che la didattica debba fondarsi essenzialmente sulle relazioni e sull’empatia. Insegnare, infatti, non significa “buttare dentro”, caricare materiali su una piattaforma, trasmettere nozioni, ma significa essenzialmente “tirar fuori”, far partorire curiosità, accendere idee e passioni, innescare domande, far nascere dubbi. E questo può avvenire solo in classe, tra i banchi, nei corridoi, con la cura dello sguardo e di uno scambio emotivo.
La distanza fisica, allora, deve divenire per noi nuova opportunità di avvicinamento in una comunicazione costruttiva: non sarà una nozione in meno a rendervi meno competenti, ma l’emergenza che stiamo vivendo può tradursi per voi studenti, ma anche per noi adulti, in un’occasione preziosa per apprendere una grande lezione, quella del rispetto delle regole, dell’assunzione della responsabilità individuale che è fondamentale per la convivenza civile!
Vi invito a non vivere le situazioni incerte come se non vi riguardassero, ma ad assumere comportamenti corretti che abbiano cura e rispetto delle fasce più deboli, degli anziani, di coloro che scatenano di più la nostra indifferenza: tutti siamo chiamati alla responsabilità collettiva. Questa è la grande vera rivoluzione civile che dovete e dobbiamo attuare, questa la più grande lezione di cittadinanza che dobbiamo apprendere in questi giorni di emergenza sanitaria.
Questo si traduce per voi nel comprendere che questo tempo sospeso non deve essere vissuto come un tempo vuoto, una vacanza, trascinati dall’euforia di ritrovarvi insieme, in luoghi chiusi, affollando bar e luoghi di ritrovo. Piuttosto deve insegnarvi a dare valore e senso al tempo, a coltivarlo, leggendo, studiando, imparando, appassionandovi.
Senza paura, senza allarmismi, perché la paura si combatte con le idee e le passioni.
Vi lascio con le parole del grande fisico e professore universitario Orazio Tedone a cui il nostro Liceo è dedicato:
“Dopo aver adempiuto scrupolosamente ai tuoi doveri
nel tempo che ti avanzerà, e te ne potrà avanzare
se sarai di buona volontà,
leggi qualche libro, studia,
impara sempre quello che puoi
quanto più puoi.
Il giorno più bello della mia vita sarà quello
in cui io potrò salutarti di assai migliore di me”
La vostra Preside
Prof.ssa Domenica Loiudice